Un safari in Tanzania è un’esperienza in grado di regalare emozioni uniche. Ma parlare di safari al singolare potrebbe sembrare un errore, considerate la quantità e la varietà di paesaggi che meritano di essere scoperti in questo Paese dell’Africa orientale. Due nomi su tutti: il Kilimangiaro, che è la cima montuosa più alta di tutto il Continente Nero, e il Parco Nazionale del Serengeti. Prima di avventurarsi nella natura più selvaggia e incontaminata, però, vale la pena di prendere nota di tutte le informazioni di carattere logistico che potrebbero tornare utili per il viaggio.

In viaggio verso la Tanzania: cosa serve sapere

 La Tanzania dista dall’Italia poco meno di 6mila chilometri: il volo in media dura tra le 12 e le 14 ore. Sono due gli aeroporti internazionali a cui di solito si fa riferimento: il Julius Nyerere International Airport di Dar es Salaam e l’aeroporto internazionale del Kilimangiaro. Ovviamente per entrare nel Paese occorre essere in possesso del passaporto e del visto, che si può ottenere anche una volta arrivati in Tanzania.

Quando fare un safari in Tanzania

 Grazie a Primaland Safaris, agenzia specializzata nell’organizzazione di safari in Tanzania, che ci ha fornito tutte le informazioni contenute in questo articolo, vediamo qual è il periodo più adatto per concedersi un safari in Tanzania. In generale, i mesi più freschi sono quelli che vanno da luglio a settembre: è questo il periodo meno piovoso e più soleggiato. Proprio le precipitazioni, in effetti, rappresentano la grande insidia a cui è bene prestare attenzione: ecco perché è utile sapere che i mesi più piovosi sono quelli di dicembre, marzo e aprile.

Tuttavia, molto dipende anche dall’attività a cui ci si vuole dedicare: per esempio, se si ha intenzione di cimentarsi nel bird watching, la scelta migliore è proprio quella del periodo delle piogge, che nel Serengeti è compreso tra novembre e aprile. Nei parchi, a giugno e a luglio nell’area del Serengeti si ha l’opportunità di osservare da vicino le migrazioni delle zebre e degli gnu.

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Che cosa vedere

 Una delle tappe da non perdere per un safari in Tanzania indimenticabile è il Parco Nazionale del Lago Manyara, che non a caso l’Unesco ha inserito nel novero dei patrimoni mondiali dell’umanità da proteggere. Al di là del lago che gli dà il nome, questo parco si caratterizza per la presenza di una fauna decisamente variegata, ma anche per i suoi paesaggi contrastanti. Dai leoni ai bufali, dalle zebre alle giraffe, dai babbuini ai leopardi, sono tanti gli animali della savana in cui ci si può imbattere in questo contesto, anche se forse lo spettacolo più scenografico è quello offerto dai fenicotteri rosa, che alzandosi in volo in simultanea colorano il paesaggio in modo onirico.

Il Parco Nazionale del Serengeti

 Un’altra delle destinazioni obbligate per chi ha intenzione di intraprendere un safari in Tanzania può essere individuata nel Parco Nazionale del Serengeti, che a sua volta fa parte del patrimonio Unesco. Il Serengeti è celebre in tutto il mondo per le imponenti migrazioni da cui è attraversato: il paradiso naturale per antonomasia per un fotosafari. Gli avvoltoi, i coccodrilli e i ghepardi fanno compagnia a chi si avventura in queste lande.

Come spostarsi in Tanzania

Nel momento in cui si organizza un viaggio in Tanzania in previsione di un safari è bene prepararsi alla qualità non proprio eccelsa dei trasporti in questo Paese. Il problema è che le infrastrutture sono poco sviluppate, decisamente trafficate nelle grandi città e in condizioni migliorabili nel resto della Tanzania. Si può ricorrere ai taxi collettivi chiamati Dalla-Dalla o scegliere di prendere un’auto a noleggio; anzi, più che un’auto è meglio puntare su una jeep 4×4 in grado di affrontare senza problemi le buche e di sopportare qualunque condizione meteo.

La riserva naturale del Selous

 Una menzione è doverosa anche per il Parco Nazionale del Ngorongoro, caratterizzato da un cratere vulcanico di gigantesco formato in cui si alternano zone desertiche, paludi, savane e aree piene di alberi di acacia. L’ultima meta consigliata a tutti i turisti pronti a volare verso la Tanzania è la Riserva del Selous, conosciuta per essere una delle riserve più grandi di tutta l’Africa.

Poco affollata dai turisti, questa riserva naturale permette – tra l’altro – di concedersi anche un safari in barca, grazie a cui si possono incontrare felini di dimensioni notevoli in procinto di bere dalle acque del fiume. Il corso d’acqua sfocia nell’Oceano Indiano: a volte può perfino capitare che dalla sua foce a delta risalgano esemplari dello squalo di Leuca. La varietà di paesaggi di questo ambiente è davvero apprezzabile.